La straordinaria esperienza del mistero

Cari amici,

volevo comunicarvi l’apertura del sito www.robertodaris.it. In verità si tratta di un rivoluzionario restyling di un sito precedente con contenuti decisamente diversi. Per usare un noto riferimento dantesco, “nel mezzo del cammin della mia vita” ho sentito la necessità di cambiar pelle, un po’ come un serpente che, guarda caso, nella mitologia è sempre metafora di partenogenesi e autorinnovamento.

Per tanti anni sono stato, per tutti quelli che mi conoscevano, il fisarmonicista Roberto Daris che di lavoro insegna matematica all’università. Anche per me, fino ad una decina di anni fa, il primo pensiero dopo il caffè mattutino era abbracciare la mia cara fisarmonica e fare qualche nota per iniziare bene la giornata. Poi la metamorfosi: l’interesse per l’astrologia, la psicologia, la mitologia, la fisica quantistica, ed ecco che piano piano la mia vita ha preso una strada diversa. I miei compagni di viaggio non erano più Piazzolla, Bartok e Stravinskij ma Platone, Jung e Gurdjieff. Oggi pile disordinate di libri fanno da arredo in ogni angolo della mia casa, ed è così che ogni mattina, dopo il caffè, non posso più iniziare bene la mia giornata se non leggo o scrivo qualcosa. La musica e la fisarmonica? Non posso dire di averle abbandonate, ma di certo non sono più le priorità della mia agenda quotidiana. La cosa strana però è che, pur esercitandomi molto meno, suono meglio di prima. Questo mi fa pensare che, probabilmente, ho trovato la mia strada, quella cioè in sintonia con il “vero me stesso”.

Negli anni, dopo aver approfondito lo studio della psicologia, ho compreso che la musica e i concerti facevano parte più del destino irrealizzato di mio padre che dei miei obiettivi personali. Per lui, quello portato per la musica, che suonava il clarinetto, che balla e che canta in coro ancor oggi, io ero il vanto da esibire. Ho capito che suonare, per me, è stato un modo di stargli vicino, di dimostrargli amore, di non tradire i suoi sogni e le sue aspettative su di me. Di recente mi sono avvicinato a mio padre in un modo diverso, per esempio facendogli capire che deve essere fiero, ed io assieme a lui, delle cose che fa benissimo, come la coltura degli ulivi o la costruzione di recinti in pietra. Ed è così che entrambi possiamo dire oggi di essere felici delle cose che facciamo, liberi da tutte le inutili e dannose proiezioni psicologiche.

Il nuovo sito è stato pensato e organizzato da Alberto Lorusso, vent’anni fa mio studente ad Economia ed oggi carissimo amico che ringrazio infinitamente. L’intento è quello di condividere, con voi e con altri futuri utenti, le mie nuove passioni sugli argomenti elencati nella sezione “pagine”. Periodicamente verrà poi pubblicato un mio articolo, sul quale potremo scambiare opinioni e riflessioni comuni e di cui riceverete notifica se vi aggiungete ai “contatti”.

La mia speranza è duplice: diffondere quelle conoscenze che hanno destato in me tanta meraviglia e divulgare curiosità sui misteri dell’esistenza. Il grande Albert Einstein diceva: “Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia data di vivere. E’ l’emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza. Da questo punto di vista chi sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di niente è simile a un morto, a una candela che non fa più luce”.

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3 pensieri riguardo “La straordinaria esperienza del mistero”

  1. …”fatti non foste per viver come bruti ma, per seguir virtude et canosienza”…. Condivido la tua esperienza. La curiosità, quella vera, è fonte di vita, di crescita, di sapere, di fare….di vivere l’infinito. Nel mio piccolo, è quello che continuo a fare e a cercare. Ciao Roberto. Un abbraccio. Edi

  2. Caro Diego, sei troppo gentile nei miei riguardi. Io, più che autorità, mi definirei “servitore”, rifacendomi alla seguente frase del matematico francese Hadamard. “Come disse il mio maestro Hermite, in matematica siamo più servitori che padroni. Per quanto la verità ci sia ancora sconosciuta, essa ci preesiste, imponendoci ineluttabilmente il sentiero da seguire, se non vogliamo perderci.”

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