Conoscenza, oligarchia e controllo di massa

“La conoscenza non può appartenere a tutti poiché è materialmente limitata. Se una certa quantità definita di conoscenza viene distribuita tra milioni di persone, ciascun individuo ne riceverà molto poca. Ma se, al contrario, grandi quantità di conoscenza sono concentrate in un piccolo numero di persone, allora questa conoscenza darà risultati straordinari. Da questo punto di vista, è molto più vantaggioso che la conoscenza sia preservata in un piccolo numero di persone e non dispersa tra le masse.

    Vi sono periodi nella vita dell’umanità, che generalmente coincidono col principio della caduta di culture e civiltà, in cui le masse perdono irrimediabilmente la ragione e cominciano a distruggere tutto ciò che era stato creato da secoli e millenni di cultura. Tali periodi di follia di massa, che spesso coincidono con cataclismi geologici, cambiamenti climatici e fenomeni simili di carattere planetario, rilasciano una grandissima quantità di materia di conoscenza, il che richiede un lavoro di raccolta di questa materia di conoscenza, la quale altrimenti andrebbe perduta. Pertanto il lavoro di raccolta della materia di conoscenza dispersa coincide spesso con il principio della rovina della caduta di culture e civiltà.

  Abbiamo dunque chiarito questo aspetto della questione. La folla non vuole conoscenza né la cerca, e i capi di folla, nel loro proprio interesse, cercano di rafforzare la paura e l’avversione per tutto ciò che è nuovo e sconosciuto. La schiavitù in cui vive l’umanità si basa su questa paura.” Queste sono le riflessioni dal sapore profetico del maestro Gurdjieff, rilasciate a san Pietroburgo nel 1916 e raccolte dal filosofo russo Piotr Demjanovich Uspenskij in un meraviglioso libro dal titolo “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”. Si tratta di una visione cinicamente oligarchica e antidemocratica della conoscenza, che per preservarsi e servire all’umanità intera, deve concentrarsi nella mente di pochi uomini illuminati onde evitare una sua distribuzione uniforme, pena il suo inevitabile spreco. Lo stesso principio, perché no, potrebbe giustificare peraltro una distribuzione altrettanto oligarchica della ricchezza, se pensiamo che oggi i 26 uomini più ricchi del pianeta possiedono più reddito che l’insieme di quattro miliardi di poveri. I cambiamenti climatici che stiamo vivendo negli ultimi anni, assieme alla congiunzione planetaria di Giove, Saturno e Plutone in Capricorno del 2019 e del 2020, fanno presagire, secondo le parole di Gurdjieff, un periodo in cui si dovrebbe assistere ad un rilascio considerevole di materiale di conoscenza. Verrebbe dunque da fare un sincero appello agli uomini dotti del pianeta affinché  partecipino a questa preventivata “raccolta di conoscenza”, prima che i “capi folla nel loro proprio interesse”, sotto le mentite spoglie di dotti benefattori – vedi Bill Gates e simili – abbiano la possibilità di orchestrare in futuro un poco auspicabile controllo collettivo di massa. Del resto, sempre seguendo le profezie di Gurdjeff, gli strumenti di manipolazione “che cercano di rafforzare la paura e l’avversione per ciò che è nuovo e sconosciuto” sembrano essere già in atto da tempo. Naturalmente, il nuovo e lo sconosciuto diventano ai giorni nostri una pandemia, un fenomeno migratorio, o comunque, qualsiasi evento sociale in grado di incutere paura. Ciò che il capo di folla vuole, in fondo, è minare la garanzia duratura di un consumismo ipnotico e massivo, che dà a ciascuno di noi l’illusione di un effimero e quotidiano senso dell’esistenza, ma che esime anche da ogni assunzione di responsabilità personale a lungo periodo, che potrebbe configurarsi come un pericoloso allontanamento dal gregge.     

32 giorni per contagiare l’umanità

Si è sentito spesso parlare in questi giorni dell’indice di contagio R0, ovvero del numero medio di persone contagiate da ciascun individuo infetto da un virus patogeno. Questo numero, dunque, misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva e, naturalmente, la sua capacità di diffondersi su una popolazione. Per quanto concerne l’epidemia attuale, l’indice R0 è stato stimato in un intervallo compreso tra 2,7 e 3,5, il che significa che il Covid 19 è un virus particolarmente contagioso. Ma cosa significano queste stime in termini di tempi di un’epidemia e di numero di persone infette? Per semplicità di calcolo, supporremo, nelle nostre proiezioni, che l’effetto-contagio per ogni infetto si esaurisca nell’arco di una giornata.

   Supponiamo ora che R0 sia uguale ad 1. Questo significa che, partendo per esempio da una coppia di “pazienti zero”, dopo due giorni avremo 4 infetti, dopo tre giorni 6 infetti, …., dopo 32 giorni 64 infetti. Quindi il totale y degli infetti dopo n giorni è calcolato dalla legge lineare y = 2 moltiplicato per n (con 2 numero costante di nuovi infetti al giorno ed n numero di giorni dalla diffusione del contagio).

    Se invece prendiamo R0 uguale a 2 e partiamo sempre da una coppia di “pazienti zero”, al secondo giorno avremo 4 nuovi infetti, al terzo giorno 8 nuovi infetti (2 elevato alla 3),….al 32-esimo giorno 2 elevato alla 32 nuovi infetti. In questo caso, il numero di nuovi infetti dopo n giorni dall’inizio del contagio è calcolato dalla legge esponenziale y = 2 elevato alla n, mentre il totale y degli infetti dopo n giorni è dato sempre da una  legge esponenziale, che è pari a y= (2 elevato alla n+1) meno 1.

   In matematica, ma anche in altre discipline scientifiche e umanistiche, quando si parla di “crescita esponenziale”, si intende sempre qualcosa che aumenta repentinamente (e non costantemente, come si è visto nel caso di legge lineare). Nell’esempio specifico del Covid 19 con R0 uguale a 2, ci saranno, in progressione, 2047 contagi dopo 10 giorni, 65.535 dopo 15 giorni, 2.097.151 dopo 20 giorni,  più di 67 milioni dopo 25 giorni, più di 2 miliardi dopo 30 giorni. Dopo 32 giorni, con 8 miliardi e mezzo di contagi previsti, il virus avrebbe dunque, “ad abundantiam”, contagiato l’intera popolazione umana.

   Considerato che sulla contagiosità intrinseca del virus non si può intervenire, l’unico modo per ridurre il parametro R0 è il ricorso a strumenti quali l’autoisolamento, la distanza sociale e l’uso di misure di protezione (principalmente mascherine, guanti o pulizia delle mani).

Valori auspicabili dell’indice R0 sono tutti quelli inferiori ad 1, gli unici a garantire che il numero di nuovi contagi decresca fino a tendere a zero, decretando così la fine della pandemia. Che Dio ce la mandi buona.